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Fatti avanti: il coraggio di credere insieme

Gli Oratori di Mariano presentano il progetto educativo per l’anno 2025-2026

Il nuovo anno oratoriano si apre con un invito che sa di sfida e di promessa: Fatti avanti. Non è soltanto uno slogan, ma un invito a rispondere con libertà e coraggio alla chiamata del Vangelo, lasciandosi muovere dallo Spirito. Nel tempo del Giubileo, che è tempo di conversione e di ripartenza, i nostri Oratori scelgono di rilanciare con decisione la loro proposta, perché ogni ragazzo, adolescente o giovane, insieme alle famiglie e agli educatori, possa scoprire la bellezza di crescere nella fede, nel servizio e nella condivisione.

 

La proposta pastorale di quest’anno non si limita a mettere in fila attività, ma intende offrire un respiro unitario, che abbraccia tutte le età e tiene insieme le diverse esperienze. L’incontro con Gesù risorto resta il cuore di tutto: Egli si fa vicino nella Parola, nell’Eucaristia e nella Comunità che vive e testimonia la fede. Per questo i cammini educativi dei nostri Oratori non sono mai solo “corsi” da frequentare, ma luoghi di vita condivisa in cui bambini, ragazzi e giovani sono introdotti a un modo nuovo di abitare il mondo, imparando a servire, a pregare e a donarsi.

 

Ogni fascia d’età ha linguaggi e stili propri, ma il filo che unisce è chiaro. I più piccoli crescono nella familiarità con la Parola domenicale e scoprono nella Messa il centro della vita cristiana; gli anni della preadolescenza diventano palestra di relazioni autentiche, tra studio, gioco, laboratori e momenti di preghiera; l’adolescenza è il tempo delle domande e delle prime responsabilità, vissute insieme in uno stile più maturo, capace di alternare confronto, testimonianze e convivialità; i giovani sono accompagnati a un cammino più profondo, che intreccia la Parola di Dio, il servizio concreto ai poveri e la condivisione fraterna, fino a scelte di vita più consapevoli. Tutto si tiene insieme e tutto converge verso un’unica direzione: aiutare ciascuno a maturare una fede che diventa vita.

 

Non meno importante è il legame con la liturgia, che rimane il cuore pulsante della comunità cristiana. Attraverso l’animazione liturgica, i ragazzi imparano il valore del servizio e la bellezza di mettersi davanti a Dio con gesti semplici ma pieni di significato. Dall’altare al canto, dalla cura degli spazi fino alla partecipazione attiva nelle celebrazioni, la liturgia diventa scuola di gratuità, di fraternità e di comunione. È lì che la comunità si riconosce come popolo di Dio e trova la forza per riprendere il cammino.

 

Il progetto educativo degli Oratori di Mariano, così come è stato delineato, non nasce dal nulla: è frutto di anni di lavoro, di correzioni, di tentativi, ma soprattutto di una visione condivisa che ha trovato nella triade “preghiera, servizio, condivisione” la sua sintesi più efficace. È questo che consente di dare continuità ai diversi cammini, di rendere riconoscibile lo stile educativo e di collegare tra loro le varie tappe della crescita. Non è un insieme di esperienze isolate, ma un percorso che si snoda nel tempo e che accompagna ciascuno in modo progressivo e armonico.

 

In questo anno, segnato dal Giubileo, l’invito a “farsi avanti” diventa occasione per rinnovare anche la corresponsabilità della comunità adulta. Non possiamo immaginare un cammino in cui a educare alla fede siano soltanto i sacerdoti o i catechisti: serve la testimonianza di tutti, dai genitori ai nonni, dai giovani agli educatori, perché è la vita stessa della comunità a generare fede. È nella fraternità vissuta che i più piccoli imparano a credere, ed è nella collaborazione tra generazioni che i giovani scoprono la bellezza di una Chiesa che cammina insieme.

 

Il tempo che viviamo chiede comunità capaci di visione e di coraggio. Per questo i nostri Oratori si fanno avanti, non per esibire un calendario pieno, ma per offrire un cammino di vita che educa a dire “Eccomi” con gioia e con responsabilità. È il coraggio di credere insieme, certi che l’amore ricevuto da Gesù non è mai un bene da custodire gelosamente, ma un dono da condividere.

don Alessandro